giovedì 6 dicembre 2007

Matrimonio Gay o DiCo?


Pare non vi abbia scosso più di tanto il post su D'Alema contrario ai matrimoni gay visto che non ha ricevuto nessun commento, ma l'argomento penso sia interessante e quindi mi soffermerei ancora a parlare di questi fantomatici matrimoni gay. Il punto fisso, semplice e conciso è che in Italia per i gay non c'è assolutamente nulla: non vengono riconosciuti in nessun modo, appena 20 anni fa in tv manco se ne poteva parlare, non c'è un briciolo di rispetto nella comunità e se si cammina per strada mano nella mano con il proprio compagno bisogna aspettarsi di ricevere almeno un migliaio di occhi curiosi che analizzano la situazione come se vedessero per la prima volta una bestia da circo. Solo ora si fa avanti un certo discorso riguardo il riconoscimento delle coppie di fatto,estendendo chiaramente il tutto anche alle coppie etero che non vogliono sposarsi, ma si fa ancora confusione tra DiCo, Cus o chi per loro ed il vero e proprio matrimonio. Voi cosa preferireste? Personalmente, non seguendo la Chiesa in nessun modo non mi sento di celebrare un vero e proprio matrimonio, certo, ci sarebbe quello civile, ma a quel punto tanto vale stipulare un "contratto" come i Cus, ammesso che garantiscano i diritti basilari in quanto coppia. Eppure so che ci sono coppie di uomini o di donne che non vedono l'ora di avere il loro giorno perfetto, l'abito bianco (spero solo per le donne, nemmeno Elton John è arrivato a tanto..) e il party con 1000 invitati.. Saranno gusti o scelte, ma io mi terrò stretto il mio bel DiCo e, dico io, se il matrimonio è la tomba dell'amore, perchè lottare per seppellirlo?

4 commenti:

  1. Il matrimonio non lo intendo tanto come abitobianco-cerimonia-pranzone-tortamultipiani-e tonnellate di kitsch, quanto la serena e normale presa d'atto, fatta pubblicamente, di un impegno fra due persone che si amano e che vogliono condividere la vita per più tempo possibile. Penso sia qualcosa di più che non un semplice contratto per regolamentare le future situazioni di un vincolo di convivenza. Il matrimonio implica il coinvolgimento ed il riconoscimento della comunità, e sancisce la nascita pubblica di un nucleo famigliare riconosciuto e benedetto dalla società.Per me la differenza con i DICO et similia sta proprio qui. E credo che gli articoli 2 , 3 e 29 della nostra Costituzione siano sufficienti a far capire come il matrimonio sia un diritto per tutti, comprese le coppie dello stesso sesso.

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  2. Caro Omoeros, il tuo blog è davvero ben fatto, mi piace e lo seguo sempre, perchè ci trovo spunti interessanti di discussione proposti in modo accattivante, sereno, mai urlato, immediato, semplice e non banale. Non preoccuparti se spesso si commenta poco, ti seguiamo in tanti, ti siamo riconoscenti per quello che fai e ti vogliamo bene. Grazie, tesoro!

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  3. Mi sciolgo ufficialmente per quello che dici Gan. Ti ringrazio per il tuo appoggio e spero che come te le persone che leggono siano tante e magari siano troppo timide per commentare e dire la loro. Grazie di cuore, davvero :)

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  4. Ciao, io vorrei molto potermi sposare e ti spiegherò subito il perché ritenga una fregatura i dico: una prima e semplice causa è che avere un istituto tutto per me equivale a dire che io sono diverso dagli altri cittadini italiani (in male o in peggio) e che sulla base di questa diversità è lecito fare discriminazioni (in male o in peggio a seconda di come venga strutturato l'istituto); un'altra motivazione è che i dico, o i cus o qualunque cosa venga in mente a quegli intelligentoni che siedono in parlamento sono una fregatura per come sono formulati, sia perché tendono a nascondere l'importanza del mio legame con X, facendo sembrare la cosa come un mero accordo privato e non il riconoscimento della mia famiglia da parte dello stato, con l'assunzione di doveri e di diritti, sia perché io e X risulteremo subito una famiglia anagrafica, iniziando ad avere da subito i doveri derivanti da tale status (vedi tasse etc etc), ma solo dopo anni vedremmo qualche diritto. E se dopo un anno il mio X dovesse morire in un incidente sul lavoro? (vedi la tragedia delle acciaierie di Torino in cui l'ultima vittima aveva 26 anni)..io che faccio mi attacco al tram perché i miei diritti erano riconosciuti solo dopo 3, 6 , 9 anni?
    Se poi si finisse per far assomigliare i diritti dei dico a quelli del matrimonio, si dovrebbero far assomigliare anche i doveri (come è giusto che sia)..ma allora sarebbe una copia del matrimonio e non avrebbe senso fare un istituto giuridico quasi uguale ad un altro..converrebbe cambiare quello già esistente. E secondo me è proprio quello che andrebbe fatto con il matrimonio, migliorato, non buttato via.
    Di solito ci si sposa dopo una periodo di fidanzamento abbastanza lungo da conoscersi bene ed essere pronti a mettere su una famiglia..ed è proprio questo che io vorrei.

    Spero di averti chiarito il perché del mio punto di vista su dico, cus e matrimonio.

    Se vuoi venire a visitare il nostro blog: www.liberiatei.blogspot.com

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