martedì 21 ottobre 2008

Che Vergogna Andare in Edicola per una Rivista Gay


Anche se sono ancora molti i timidi che fanno fatica a vivere la propria omosessualità alla luce del sole o comunque senza quei veli di riservatezza che si autoimpongono anche quando una botta di gayezza è possibile, il mondo d'oggi è decisamente più libero rispetto a molti anni fa. Per esempio anche l'universo mediatico che riguarda la carta stampata è molto cambiato e adesso in edicola fanno bella mostra di sè anche riviste pensate precisamente per un pubblico gay come Pride o altri magazine che strizzano l'occhio agli omosessuali. Ma se facciamo un salto nel passato possiamo ricordare quanta tensione e quanto coraggio servivano per avere quella rivista che ci dava una mano a vivere esattamente come avremmo voluto e a scoprire che non siamo soli. I viaggi in macchina o con i mezzi pubblici per distanziarsi il più possibile dalla propria casa, scuola o luogo di lavoro per visionare se l'edicola del paese vicino o posta all'altro capo della grande città in cui si viveva era fornita del materiale che cercavamo. Il bisbiglio sottovoce all'edicolante che spesso non capiva la nostra richiesta e ci costringeva a ripetere il titolo della rivista che avevamo intenzione di acquistare e che con tanta tenacia avevamo pronunciato con un fil di voce. Una serie di pagine più o meno patinate ci immergevano però finalmente nell'immaginario gay erotico e non: uomini nudi in bella mostra o semplicemente annunci per incontri piacevoli, notizie di attualità riguardanti il mondo gay o semplici curiosità che facevano parte della cultura omosessuale. Abbiamo ancora molta strada da fare ma almeno oggi c'è un pò meno vergogna ad andare in edicola.

2 commenti:

  1. Io parto dal presupposto che più tenti di nascondere una cosa e più le persone si insospettiscono , nel mio caso poi c'è sempre stato poco da nascondere , quindi andavo alla mia solita edicola di fiducia e compravo tutte le riviste che mi interessavano .
    La gente se ha voglia di sparlare e sputtanare lo fa comunque , e fare le cose a testa alta , ma soprattutto con naturalezza , ha fatto si nel mio caso che ognuno si facesse gli affari propri .
    Solo una volta mi è successa una cosa buffa , ero in un'edicola dove passavo raramente , avevo allora 23 anni, e l'edicolante non voleva vendermi un porno perché , a suo parere , non ero ancora maggiorenne .Mi sono fatto una risata e gli ho mostrato un documento .

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  2. Asa grazie mille per averci regalato quest'aneddoto sulla tua vita. Ammiro il tuo coraggio e il "menefreghismo" su eventuali commenti, ma in fondo capisco anche chi ha qualche remora, soprattutto nei paesini di provicina dove queste cose, già etero, figuriamoci gay, sono viste come eresie..

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