martedì 10 febbraio 2009

Pubblicità Pensata per i Gay, un Bene o un Male?


Anche se ancora non è esattamente di dominio pubblico e soltanto negli ultimi tempi qualche coraggiosa e intuitiva compagnia pubblicitaria ci ha pensato, il mondo gay è un'ottima fetta di mercato sulla quale puntare offrendo sempre dei prodotti o dei servizi pensati appositamente per gli omosessuali. A volte infatti capita di vedere materiale pubblicitario destinato ad ingolosire i presunti acquirenti gay che chiaramente non avendo una famiglia numerosa da mantenere con figli e figlioletti che spuntano da ogni dove a succhiar soldi, si ritrovano con un maggior flusso monetario da utilizzare. Accade così che la maggior parte dei beni di lusso e di tutto ciò che fa moda e style, l'intimo in primis, viene acquistato da una selezionata clientela omosessuale contenta di spendere magari un pò di più ma portarsi a casa dei pezzi unici per far impallidire gli amici. Se per le pubblicità generaliste viene spesso accompagnato al prodotto in vendita una modella nuda o ammiccante in modo da calamitare l'attenzione del maschio medio, succede spesso che le pubblicità pensate per il mondo omosessuale presentino il bel faccione di un modello, o altre parti del corpo più o meno normalmente visibili, in bella mostra, in modo da colpire il cliente di turno ammaliato dalla bellezza che si presenta con l'oggetto del desiderio. Ma tutta questa pubblicità marcatamente omosessuale con il bonazzo classico in tutto il suo splendore, se da un lato può attirare la massa, non può anche dettare dei canoni che gli omosessuali della porta accanto non possono seguire destando quindi sintomi da inadeguatezza?

4 commenti:

  1. Ho appurato da tempo che questo tipo di pubblicità risulta gradita ed apprezzata anche dagli etero tutti d'un pezzo, per quanto molti di loro non lo ammetterebbero nemmeno stotto tortura. Il meccanismo è il solito, sperimentato da molto tempo nel mondo femminile: l'immagine del bonazzo tornito e scolpito deve
    1) suscitare il confronto
    2)scatenare l'emulazione
    3) dimostrare l'impossibilità di questa
    4) consentire una qualche forma di identificazione e di compensazione che si traduce nell'acquisto del prodotto reclamizzato, che ci illude in qualche modo di essere abbastanza simili al bonazzo di partenza.
    La frustrazione che genera un simile meccanismo vale tanto per i gay che per gli etero.
    Però noi siamo più fortunati, perchè possiamo sublimare tale frustrazione nell'attrazione, nel desiderio sensuale e nella fantasticheria erotica.

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  2. Il problema è che spesso lo spirito di emulazione scatta anche in noi e difficilmente riusciamo a soddisfarlo..

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  3. Per i gay? Altro che... e chi li vuole questi maschi così... no no... meglio il ragazzo della porta accanto... tipo il mio Benia...

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  4. @ Antonio: bella forza! Ben sarà anche il "ragazzo della porta accanto", ma è fregno lo stesso!:P ;-)
    Ciao!

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