sabato 24 ottobre 2009

Brotherhood, i Nazisti Gay Vincono il Festival del Film di Roma


Erano diverse le ipotesi riguardo la pellicola vincitrice del riconoscimento come miglior film per questa quarta edizione del Festival di Roma, ma oltre ad Up in the Air con l'affascinante George Clooney e l'interessante L'Uomo che Verrà di Giorgio Diritti, quello che spiccava era senza dubbio Brotherhood. Ed è stato proprio il film danese di Nicolò Donato a portarsi a casa il tanto agognato Marc'Aurelio d'oro per aver portato sul grande schermo una storia ben girata, ben diretta, con ottime prove recitative per quanto riguarda gli attori e soprattutto per una storia intrigante e in qualche modo molto attuale. La vicenda è quella di Lars ex-sergente dell'esercito che stringe una salda amicizia con Jimmy, appartenente ad un gruppo di neonazi condividendo ideali che si rifanno al Furher tedesco che ben conosciamo, andando a caccia di omosessuali, in special modo quelli non dichiarati. Questa forte passioni che li lega si evolverà in qualcosa in più, il sentimento che condividono li avvicina in modo tale da creare un'unione diversa, di sentimenti e di forti istinti, facendoli scoprire esattamente come quei gay che si divertono ogni giorno a pestare. Ambientato nei giorni nostri, Brotherhood narra una storia che affonda le radici in un clima di omofobia che sentiamo purtroppo molto nostro, mettendo in luce quanto spesso l'ipocrisia e la non accettazione di sè stessi possono trasformare un uomo nel carnefice dei suoi stessi simili. Un premio meritatissimo per un film crudo e violento che racchiude una storia d'amore decisamente sui generis.

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