mercoledì 15 giugno 2011

Tamarreide, Omofobia e Volgarità nel Nuovo Reality


Con la sua lunghezza ormai smisurata, un programma come il Grande Fratello è riuscito in qualche modo a risorgere dalle sue ceneri andando a solleticare il gusto voyeuristico del pubblico con delle vere e propriste storie, più o meno reali, a metà strada tra la fiction e la realtà vera e propria intersecando vicende visibili con il passato e il presente esterno dei concorrenti. Se l'infarcitura di volgarità di ogni tipo è stata la punta di diamante delle ultime edizioni del reality, nato anni or sono con un intento quasi educativo e sociologico, ha fatto meditare Mediaset sulla produzione di una versione potenziata e on the road della trasmissione. Ispirandosi in modo quasi blasfemo ai poemi classici, Tamarreide si pone lo scopo di divertire filmando la vita di otto personaggi, considerati tamarri, provenienti da varie parti d'Italia, tra oscenità verbali e fisiche, lasciando a bocca aperta lo spettatore medio che pensava di non poter arrivare più in basso in tv. Già nella prima puntata andata in onda un paio di sere fa, gli otto tamarri patentati hanno dimostrato di non essere da meno dei colleghi di Jersey Shore dai quali più o meno la trasmissione prende spunto, snocciolando luoghi comuni sul genere a iosa, senza dimenticare di strizzare l'occhio all'omofobia. Termini come frocio e ricchione, in chiaro senso dispregiativo, non sono mancati per insultarsi a vicenda, dimostrando come un programma come Tamarreide voglia basarsi sfacciatamente sul trash bello e buono, proponendo fisici scolpiti per i maschietti e forme evidenti per le donne calpestando l'intelligenza quasi rappresentasse una colpa.

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